#FD6 - Un respiro Internazionale
Ciao Leggenti e Preleggenti di First Draft,
questo è il sesto numero di First Draft - casa madre dei miei progetti editoriali.
Che cosa troverete in questa newsletter?
Be' si chiama First Draft, cioè Prima Bozza, dunque un po' lo spettro, l'imbastitura e il work in progress del mio lavoro di giornalista, autore e podcaster. E del mio essere umano, sì, perché pare che sia un essere umano. (qui metteteci una faccina tipo lol!). In poche parole, First Draft è una newsletter che instilla dubbi. Per le risposte c’è tempo.
Organizzare una diretta
Per la prima volta, con il podcast surreale dedicato al calcio - “Nu pocu e nu pocu”, di cui vi ho già parlato qui - mi capita di organizzare una diretta live streaming.
Wow. Cioè, io sono abituato a scrivere e tutt’al più a parlare davanti a un registratore vocale. Ho frequentato poche telecamere in vita mia, e starci davanti non è la mia più grande aspirazione. Tanto più che ho un pregiudizio sul lavoro dei colleghi televisivi. Un pregiudizio relativo alla qualità e alla profondità che un lavoro quotidiano legato alle news può permettere. Ma ci torneremo.
Le ultime puntate del podcast calcistico si sono trasformate in tre piccoli grandi eventi, in cui siamo riusciti davvero a unire quantità, qualità e densità. Ma anche un grande senso di umanità ed emozione: tra musica, ricordi vari e delicatezza. Davvero, mi sono innamorato di questo progetto e vi aggiornerò man mano.
Quando riceverete questa newsletter mancheranno tre giorni all’ultima puntata in live streaming video. Abbiamo scelto Facebook, dove accidentalmente abbiamo più follower. Per una questione logistica e per i costi faremo tutto su quella piattaforma, caricando poi il video in differita sulle altre piattaforme.
Abbiamo scelto cose semplici, siamo in fase di organizzazione, ma dovrebbe esserci una camera fissa angolare, una regia base, un ospite musicale in acustico e tanta simpatia. La scaletta deve essere perfetta e gli inserti audio esterni forniti in anticipo. Cose molto diverse da quello a cui io e i compagni d’avventura siamo abituati. Come andrà? Ve lo dico la settimana prossima…
Levatemi internet
Altri preparativi fervono perché non volevo perdermi la volata alle elezioni comunali nella mia città, occasione di satira e informazione gustosissima. Il progetto in partenza, comunque, è ambizioso: anticipo soltanto che sarà una rassegna stampa locale con occasioni di approfondimento e, perché no, inchiesta personale. Anche qui è una scommessa. Ma sto ragionando su alcune domande ataviche riguardanti la città di Lecce, la provincia e i suoi abitanti.
I trent’anni di Internazionale
"Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia.” (W. Shakespeare, Amleto)
L’incipit che si può leggere nel colophon di ogni numero di Internazionale, sin dal primo numero. Sì, perché per l’ottava puntata del podcast Perseus - Libri e argomenti, sono contentissimo di aver potuto intervistare Giovanni De Mauro, direttore del settimanale Internazionale.
La rivista nel 2023 ha compiuto trent’anni. Una corsa meravigliosa lanciata da un progetto fortemente voluto e costruito.
Abbiamo parlato di questo, e della sua famiglia, imprescindibile nella storia della cultura e della società italiana. E poi della sinistra, con grande schiettezza.
Il segreto di Internazionale
E abbiamo discusso del concetto di audience development. In mezzo a tanto giornalismo dozzinale, copiato, debole. E ai grandi numeri che raccolgono ancora argomenti di alcun valore per i lettori…Ecco, in mezzo a tutto questo Internazionale se ne frega. E in mezzo alla continua disponibilità di notizie internazionali grazie allo sviluppo del web, continua a proporre la sua formula e continua a crescere.
Certo, De Mauro non nega che sia necessario un continuo aggiornamento e sviluppo digitale. Ma il successo della rivista settimanale ha un ingrediente sul quale riflettere: quella che nella serie Boris chiamano “locura”, pazzia. E qui traduciamo in “sorpresa”. Cercare elementi che sorprendano i sempre numerosissimi lettori italiani, affamati di contenuti di qualità. Una nicchia? Forse, ma una nicchia che permette alla rivista di avere 30 anni di prosperità.
Alessandro Leogrande e David Randall
Commovente il ricordo di due giganti del giornalismo italiano e inglese, nelle parole di De Mauro. Che ho avuto la fortuna di conoscere. Ad Alessandro Leogrande ho dedicato già un numero di First Draft.
Anche David Randall mi resterà sempre nel cuore. Autore di uno dei manuali più utili sul giornalismo, lo incontrai durante uno degli eventi di Internazionale a Ferrara, e da lì, in quelli che furono gli ultimi due anni della sua vita, scambiammo una lunga serie di mail, che in parte hanno orientato le mie azioni.
Tempo fa riportai una citazione dal suo libro più celebre: “Il giornalista quasi perfetto” (The Universal Journo, mi piace il titolo originale).
La summa di un giornalismo sopravvissuto almeno fino agli anni dieci del 2000 può essere:
(…) Questi limiti del processo giornalistico — quelli endemici della raccolta di informazioni e quelli imposti dalle priorità dei padroni, dalla cultura redazionale e dai gusti dei lettori — significano che forse la clausola di esonero consigliata alla maggior parte dei giornali all’inizio di questo capitolo dovrebbe essere un po’ più lunga:
"Questo giornale e le centinaia di migliaia di parole che contiene, sono stati prodotti in circa 15 ore da un gruppo di persone non infallibili, che lavorano in uffici angusti e cercano di scoprire quello che è successo nel mondo da persone che sono a volte riluttanti a parlare, e altre volte oppongono un deciso ostruzionismo. Il suo contenuto è stato determinato da una serie di giudizi soggettivi dei cronisti e dei capiservizio, temperati da quelli che sanno essere i pregiudizi del direttore, del proprietario e dei lettori. Alcune notizie appaiono avulse dal loro contesto essenziale perché altrimenti risulterebbero meno sensazionali o coerenti e in alcuni casi il linguaggio usato è stato deliberatamente scelto per il suo impatto emotivo, piuttosto che per la sua precisione. Alcuni articoli sono stati pubblicati per attirare gli inserzionisti". (David Randall - Il giornalista quasi perfetto, Laterza)
Gli addetti ai lavori ci si ritrovano? Per me le cose negli ultimi 15 anni sono peggiorate parecchio.
Il podcast
Qui il dialogo completo con De Mauro, comunque:
I 30 anni di Internazionale, con Giovanni De Mauro
Leggi come De Mauro
Ed ecco i consigli di lettura espliciti e arricchiti, presenti nel podcast. Se deciderete di acquistarli tramite il link che condivido qui, sappiate che è un piccolissimo modo di sostenere il mio lavoro.
Ep. 8 - I trent’anni di Internazionale, con Giovanni De Mauro
Il giornalista quasi perfetto - David Randall
Tutti gli uomini del presidente - Woodward, Bernstein
Lezioni - Mc Ewan, Ian
La vita è breve eccetera - Raimo Veronica
L’ultima cosa bella sulla faccia della terra - Bible Michael
Come sempre, qui trovate il Drive aperto in cui ritrovare tutti i consigli del podcast.
Suggestioni dall’estero
In ossequio a Internazionale, tre letture legate agli Esteri che mi hanno colpito questa settimana su Substack.
Alla prossima domenica con nuove ispirazioni!